Opera
Il progetto della Villa Lempicka venne commissionato a Terragni da una committente francese, Tamara de Lempicka, pittrice che nel 1933 scrisse una lettera all’architetto chiedendo di inviarle il prima possibile a Parigi le due soluzioni redatte per il progetto di una villa da costruirsi sulla riva del lago a Como (Zevi, 66; Marcianò, 103).
Non si sa quale sia stata la causa del loro incontro e la successiva commissione, ma certamente l’influenza reciproca tra arte e pittura è sempre stata presente, anche nei rapporti internazionali; inoltre la pittrice, recatasi più volte in Italia per esporre i suoi quadri, frequentava Como negli anni Trenta (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 408).
Nell’Archivio Terragni sono conservati i disegni – schizzi di piante, prospetti e sezioni di un solo progetto su carta millimetrata e numerose soluzioni di arredi interni, vetrate, letti e sedie. Il linguaggio è nell’essenza legato alla scuola del Bauhaus, con la scomposizione dei volumi funzionali denunciati anche nella costruzione del prospetto e nella collocazione delle sue aperture in modo asimmetrico (Zevi, 66; Marcianò, 103; Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 408).
L’opera rappresenta sicuramente l’inizio della ricerca formale sul tema della villa, sviluppata in progetti successivi.
Scritto redatto sulla base di:
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980