Opera
Il progetto di arredo di un soggiorno per la casa romana di Umberto Bernasconi, amico di Terragni e direttore della rivista Origini, è un progetto, sconosciuto e probabilmente irrealizzato, del quale sono conservati nell’Archivio Terragni solo alcuni schizzi.
Il progetto risale probabilmente al 1939, quando nel settembre di quell’anno Terragni viene richiamato al servizio militare attivo, e quasi certamente non ha tempo di approfondire gli schizzi di studio, fase ‘obbligatoria’ del suo percorso progettuale (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 582).
L’arredo prevede l’inserimento di un tavolino da salotto, un tavolo da gioco, quattro poltrone con struttura metallica, un mobile e un mobiletto contenitore, “pezzi coordinati dal ricorrere del motivo a incrocio diagonale su cui Terragni si esercita a lungo rendendolo un’indecifrabile ‘sigla’ del suo disegno (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 582-583).
Terragni, con “una cospicua indagine grafica delle soluzioni più idonee scandisce uno studio appassionatamente volto a controllare le relazioni spaziali degli oggetti, visualizzati nella loro articolazione complessiva” (Marcianò, 168).
Nella monografia di Ciucci, vengono descritte i vari pezzi di arredo: “Tavolo in legno a base quadrata con sostegni a ‘U’ rovesciata, a sezione rettangolare e disposti in diagonale, ruotanti ‘a libro’ attorno a un perno centrale fino a incastrarsi perfettamente l’uno sotto l’altro e appiattirsi in un trascurabile spessore su cui poggiano le ‘ali’ ripiegate del piano di appoggio. Un unico disegno geometrico ne chiarisce il funzionamento, non immemore della tradizione del tavolo pieghevole (una ‘molla di arresto’ è prevista inoltre per mantenere la posizione aperta), rappresentando sullo stesso foglio anche lo sviluppo del tavolo da salotto. […] Il mobile da soggiorno […] nasce dalla scansione aurea di un rettangolo che libera alla base lo spazio per riproporre il motivo a incroci (ma si tratta forse dello stesso tavolino da salotto da cui siano state smontate le gambe?) e presenta sul fianco una lastra di ‘vetro retinato’ intarsiata da una diagonale in legno. […] Nelle poltrone la struttura in tubolare metallica risponde, come nelle realizzazioni per la Casa del Fascio e l’Asilo Sant’Elia, al principio del doppio molleggio sedile – schienale, ma segue tracciati differenziati sui due lati in alterni avanzamenti o arretramenti delle parti di sostegno” (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 583).
Anche questo progetto, probabilmente irrealizzato, dimostra come, nella ricerca progettuale, Terragni non si accontenti di semplici soluzioni, ma come ogni dettaglio sia pensato, studiato e approfondito.
Scritto redatto sulla base di:
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987