MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

PROGETTO PER IL CENTRO DI GARLASCO

Pietro Lingeri (con G. Ciocca)

Opera

Lingeri, in collaborazione con l’Ing. Gaetano Ciocca, progettò nel 1938  per il centro di Garlasco la Casa del Fascio e la sistemazione della piazza principale.
La proposta, non realizzata, venne successivamente ripresa dallo stesso Ciocca, come documentato da una lettera del 1952, il quale si trovò a dover risolvere il problema del degrado della piazza. La vicenda si concluse con un secondo nulla di fatto, dal momento che venne realizzato un unico anonimo edificio porticato  adibito a botteghe e ad abitazioni.
Il progetto iniziale, pur lontano dalle linee guida mussoliniane, “riuniva riflessioni sulla vita sociale, e più in generale sul tempo libero e l’educazione, non trascurando le esigenze di partito e i desiderata di regime” (Baglione, Susani, 259).
“Unire politica, teatro e sport sembra infatti nel complesso l’obiettivo principale del progetto di sistemazione; dare vita a quel momento cruciale […] per l’attivazione del cittadino spettatore entro lo spettacolo, rispettando al contempo le dovute gerarchie dimensionali delle sedi di partito. Fin dal 1934 sono ben note le idee di Ciocca sul teatro, tuttavia le sperimentazioni dei primi tempi a Garlasco si stemperano per materializzare uno spazio altro rispetto alle soluzioni ‘spirituali’ e ‘materiali’ ipotizzate dal duce. Anziché plasmare un ambiente per ‘agitare le grandi passioni collettive’, […] per risolvere la crisi in cui si era venuto a trovare il teatro – dovuta tanto al trionfo del cinema, quanto alla passione del popolo per lo sport – Ciocca e Lingeri si adeguano ai programmi fascisti sulla propaganda, predisponendo una struttura capace di rispondere ugualmente a funzioni diverse, in linea con le sedi dei singoli fasci di combattimento in via di realizzazione in questi anni in buona parte d’Italia […] Così, come nelle case del fascio disseminate sul territorio nazionale, anche in quella di Garlasco avrebbero dovuto convivere tanto le funzioni di rappresentanza e di consolidamento del culto littorio […] quanto gli scopi culturali e pedagogici: un teatro che per l’occasione diventava cinema, come dimostra la presenza della cabina di proiezione, uno spazio sottostante la struttura portante dell’aula che si trasformava in palestra all’aperto, un foyer che poteva essere utilizzato come sala da ballo, una torre arengario simbolo del comando che riqualificava uno spazio urbano altrimenti privo di identità. L’intervento prevedeva inoltre una nuova sede scolastica, posizionata a filo di una strada tracciata secondo lo schema di piano regolatore e collegata – attraverso una lunga pensilina – con il portico della nuova ala di completamento della piazza. Si contemplava altresì la sistemazione del giardino antistante la scuola e del cortile limitrofo destinato ai giochi della GIL, oltre che l’allineamento degli edifici laterali alla chiesa parrocchiale. Con la pianta a forma di fascio e con la modesta altezza della torre, l’edificio – contenente anche l’ufficio del direttore delle scuole, un bar, la sede per i sindacati, un salone per il direttorio e gli uffici della federazione del PNF – costituisce una singolare interpretazione della tipologia di casa littoria, che per alcuni versi potrebbe considerarsi sia una variante rispetto alla Casa del fascio di Lissone, realizzata nello stesso periodo da Terragni e Carminati, sia un modello per le ‘Case del fascio tipo per i centri rurali dell’entroterra e di confine’ oggetto di concorsi successivi. È interessante sottolineare come sul ‘Foglio d’Ordini’ del 1938, tra le opere che si sarebbero dovute inaugurare entro l’anno XVII dell’era fascista, appaia la ‘Casa del Fascio di Garlasco (Pavia)’ […] ” (Baglione, Susani, 259-260).
 
Scritto redatto interamente sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004

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