MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

PROGETTO DI RICOSTRUZIONE DEL QUARTIERE CORTESELLA A COMO

Giuseppe Terragni

Opera

Il progetto di ricostruzione del Quartiere Cortesella venne elaborato tra il 1934, anno in cui il gruppo CM8, del quale Terragni fa parte, redige il nuovo piano regolatore, e il 1937.
L’obiettivo della ricostruzione del Quartiere Cortesella era quello di sistemare il suo assetto viario e le sue condizioni igieniche precarie, all’interno della città antica di Como, dopo l’approvazione del nuovo Piano (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 519; Coppa, 90). L’incarico venne affidato a Terragni insieme a Cattaneo, Cantaluppi e Trolli, che avevano il duplice compito di determinare la fisionomia dell’area e dall’altro definirne la planimetria.
La ricostruzione del Quartiere Cortesella, a seguito delle demolizioni attuate dalle previsioni di Piano, prevedeva nelle proposte di Terragni una grande macrostruttura polifunzionale che ospitava uffici, residenze, attrezzature per il commercio e per lo spettacolo, come un vero polo moderno all’interno della città storica.
Terragni combatte su due fronti differenti: da un lato egli tenta di difendere i monumenti più antichi e i fabbricati di minor pregio dagli abbattimenti e dagli sventramenti che i fascisti vogliono attuare, ma allo stesso tempo propugna, contro una speculazione meschina, idee e azioni rinnovatrici a scala urbana, per la nuova città moderna (Zevi, 188; Coppa, 90).
Due criteri fondamentali guidano il progetto presentato da Terragni: da un lato la volontà di creare un nuovo quartiere moderno, posto accanto alle rovine storiche e con le quali potesse dialogare e dall’altra l’idea di un intervento che fosse unitario. Infatti in un secondo momento, il progetto prevederà l’ampliamento e la sistemazione di tutto il centro cittadino oltre al primo lotto del quartiere, per un’area, tra demolizioni e ricostruzioni, di circa 10.000 metri quadrati; gli inserimenti progettati da Terragni consistono in un forte aumento della volumetria da erigersi per creare un intervento unitario (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 520; Coppa, 90).
Il progetto di ricostruzione prevedeva nell’area l’inserimento di nove blocchi di edifici con funzioni e dimensioni variabili, disposti secondo differente orientamento planimetrico. La relazione di progetto del 1937 dichiarava le scelte principali: “una zoonificazione con uffici ai primi tre piani e abitazioni per cinque piani; la preferenza per la costruzione a blocchi isolati di otto – nove piani; l’idea di illuminare con opportuni tagli le coperture; la visione di una sistemazione integrale dei quartieri presi in esame indipendentemente da una riqualificazione immediata” (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 520 – 521, 523; Coppa, 90).
La Marcianò descrive così il progetto di ricostruzione: “Intervento squillante e coraggioso, antimimetico e polifunzionale, capace di fornire un’alternativa valida e proiettata nel futuro. Piazze, servizi, uffici compaiono ai primi livelli dei blocchi tentacolari simili a quelli del setificio fuori le mura; terrazze, giardini pensili, una strada sospesa alle quote intermedie e poi lo scattante ‘grattacielo orizzontale’ delle abitazioni, trasversalmente distese sugli uffici, con un tetto – terrazzo asimmetricamente protetto da una lastra librata. Un organismo complesso e pulsante sventagliato nello spazio, di cui Terragni sonda, con magistrali diversificazioni linguistiche, ogni nodo funzionale ed espressivo; una struttura urbana polivalente atta a direzionare la trama cittadina, riverberandola sul territorio” (Marcianò, 244).
Interessante la descrizione che Ciucci riporta all’interno della sua pubblicazione: “La lettura analitica del progetto ci porta a vedere nella Como immaginata da Terragni un luogo privilegiato che, studiando la sovrapposizione, la divisione, l’incontro della città antica con un intervento urbano moderno (sostanzialmente basato su impianti geometrici rigidi), sondava la capacità della modernità di inglobare la memoria. Una città, la cui prima visione era già percepibile, appena fuori le mura, nell’assoluta astrazione dell’appena terminata costruzione della Casa del fascio. La grande novità che caratterizzava il progetto Cortesella era che l’intervento si scomponeva in blocchi isolati e rivelando i propri principi compositivi solo se direttamente riferito alla costruzione della città. Sembra quasi che nella composizione degli edifici l’accento plastico della città fosse divenuto più efficace di quello architettonico (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 524).

Scritto redatto sulla base di:

CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
COPPA, Alessandra, TERRAGNI, Attilio per l’Archivio Terragni; fotografie di ROSSELLI Paolo, Giuseppe Terragni, Pero: 24 ore cultura, 2013 (pubblicato anche in inglese con lo stesso titolo)
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
NOVATI, Alberto, PEZZOLA, Aurelio, Il mutevole permanere dell’antico: Giuseppe Terragni e gli architetti del Razionalismo Comasco, con testi di TORRICELLI Angelo et al., cura dei testi e bibliografia MONTORFANO Giancarlo, prefazione di PONTIGGIA Elena, Boves: Araba Fenice, 2012
ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980

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