Opera
Tra i vari progetti redatti da Cattaneo nel 1935 vi è il progetto di una libreria, probabilmente realizzato in un edificio preesistente, che prevedeva la ri-definizione degli spazi e la sistemazione dell’arredo interno. Il progetto, che si articola su pochi ma ben definiti disegni, è significativo per inquadrare quel carattere di “visibilità conclusa” che Cattaneo svilupperà anche nell’asilo di Asnago e, soprattutto, nella casa di Cernobbio.
“Il tema della progettazione d’interni, non frequente nell’opera di Cattaneo, viene trattato però con un approccio concettuale originale, sia in chiave teorica che applicativa, ed è oggetto di uno studio fondamentale di Ornella Selvafolta dal titolo ‘Sane Impalcature’, pubblicato in ‘Rassegna’ n.31 nel 1987” (Archivio Cattaneo, sito online).
“In un dialogo dedicato all’arredamento di Giovanni e Giuseppe, egli [Cattaneo] dichiarava infatti che l’architetto doveva svolgere principalmente il ruolo di ‘costruttore’ conferitogli dalla tradizione e così ‘carico di rnestiere’, così totalizzante e complesso da assorbire necessariamente la maggior parte del suo impegno. Più oltre il tema degli interni veniva considerato concettualmente e operativamente interessante qualora venisse affrontato ‘ab initio’, e come parte di un rinnovato processo produttivo e progettuale ravvisabile principalmente nell’architettura di serie e nell’edilizia industrializzata. Nei casi più frequenti in cui l’architetto era invece chiamato ad intervenire a posteriori sulle sue architetture e, ancora più spesso, su spazi pensati da altri, Cattaneo dichiarava che, nel primo caso gli interni avrebbero dovuto scaturire ‘spontaneamente’ dallo studio attento e meticoloso del progetto edilizio (si veda a questo proposito la casa di Cernobbio) mentre nel secondo avrebbero dovuto risolversi in una ‘inquadratura fondamentale’, in una ‘sana impalcatura’ per organizzare le inevitabili espressioni individuali dei destinatari. Si proponeva cioè una sorta di scheletro sintattico, entro cui calare e far reagire le varie parole, individuabile per mezzo di una corretta articolazione spaziale, del perfetto funzionamento tecnico delle sue componenti e dell’assonanza estetica tra alcuni elementi fondamentali ove rientravano, ad esempio, sia gli schemi di colore, sia ‘qualche forma di cubo d’ambiente e di oggetti bene studiata nei suoi requisiti plastici e funzionali…di risonanza più immediata e frequente sui tanti momenti che compongono la vita dell’ambiente’ ” (Selvafolta, 23-24).
Il progetto della libreria si inserisce in un edificio esistente disposto su due piani e affacciato su un angolo di incrocio tra due vie: occasione di interesse per Cattaneo che sperimenta connessioni vincolate da un progetto già realizzato. Il vetro appare il materiale più idoneo per inserire una “scatola incorporea” che crea uno spazio di allestimento al piano terra e di accesso al piano superiore dove erano collocati i libri. Anche il colore all’interno degli arredi di Cattaneo è sinonimo di ordine ed equilibrio.
“Strumento di ordine e di equilibrio, il colore si aggiungeva quindi alla impalcatura spaziale della libreria rivelandone la logica compositiva, tingeva di rosa i pilastri, di azzurro pavimenti e soffitti, di verde le pareti verticali, stabilendo una specie di grammatica cromatica delle componenti e fornendone una comprensibile chiave di lettura. E non è difficile scorgere qui, come in altri progetti di ambienti, significative assonanze con certi accostamenti cromatici proposti da Radice o da Rho (si pensi, ad esempio al ricorrere frequente del rosa), o anche da Cordelia Cattaneo, sorella dell’architetto, ricordata da Sartoris fra gli artisti comaschi ed autrice, sebbene giovanissima e per brevissimo tempo, di ‘chiare e serene immagini di colori e geometrie’ ” (Selvafolta, 24-25).
Scritto redatto interamente sulla base di:
SELVAFOLTA, Ornella, CATTANEO, Damiano, Cesare Cattaneo. Le prefigurazioni plastiche, Como, 1989