Opera
Il progetto per la Nuova Fiera Campionaria a Milano venne redatto da Terragni, Bottoni, Lingeri, Mucchi e Pucci, architetti con cui Terragni aveva già lavorato in parte alla redazione del piano Regolatore di Como; a seguito dell’uscita del bando di concorso il 28 luglio del 1937, che prevedeva la lottizzazione dell’area posta tra viale Michele Bianchi, l’Idroscalo, la stazione di Lambrate e il Lambro, il gruppo, dal nome CM5, si riunisce per incominciare ad abbozzare i primi inserimenti (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 542).
Il bando subì un’interruzione perché l’area prescelta, a causa della vicinanza all’aeroporto Forlanini, non venne ritenuta idonea, e si preferì spostarla in una zona strategica per la vicinanza con l’autostrada quale era San Siro (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 543).
Come riportato da Zevi, Bottoni affermava che lo studio dell’intervento aveva compreso l’intera città, fino a farlo diventare un vero e proprio progetto urbanistico. “Lo studio della circolazione veicolare occupava circa tre quarti della relazione. Ovviamente, su questa base, finiva per investire il piano regolatore dell’intera città (Bottoni)” (Zevi, 148).
Bottoni, descriveva un impianto disposto secondo una maglia regolare ortogonale, che mostrasse i progressi tecnico – merceologici, e allo stesso tempo rappresentava un incrocio tra mostre – esposizioni in una direzione e di mostre – mercato dall’altro (Zevi, 148). Un alto traliccio pubblicitario segnava l’ingresso.
Nella descrizione di Ciucci si legge: ” ‘Un ingresso ‘trionfale’ segna il margine tra la città reale e la cittadella fieristica, di cui costituisce la testata: un grande schermo a traliccio, in funzione di segnale visivo e di indicatore pubblicitario, domina la piazza pedonale d’ingresso, attorno al vuoto della quale si dispongono i principali edifici pubblici (Palazzo della presidenza, Palazzo dei congressi e del lavoro, Palazzo delle nazioni, edificio Ricevimenti). Leggermente sopraelevata e divisa in due dal sovrappasso-belvedere, la piazza si prolunga nell’estensione del grande asse incassato che taglia asimmetricamente in due l’intero complesso, con alla destra la superficie inclinata del grande padiglione della Fiera e a sinistra, perpendicolarmente al primo, la distribuzione a pettine dei più piccoli padiglioni per le mostre di settore” (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 543). La circolazione era ribassata rispetto a tutto il sistema pedonale e dieci ponti collegavano l’area fieristica con l’are di settore.
Il padiglione progettato da Terragni, che appare in qualche schizzo come una struttura aerea forse in metallo e vetro (con volumi sovrapposti e slittati) che svetta da un podio che accenna ad una piazza protetta dall’aggetto del piano superiore, non ha una precisa collocazione all’interno dell’area (Marcianò, 220).
Il progetto del gruppo CM5 si classificò secondo ex equo con un altro gruppo, ma ottenne comunque successo.
Scritto redatto sulla base di:
BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
FOSSO, Mario, MANTERO, Enrico, Giuseppe Terragni 1904-1943, Como: Cesare Nani, 1982
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980
Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera: atti della Giornata di studio: Triennale di Milano, lunedì 28 novembre 1994, Milano: Arti grafiche G.M.C., 2005