Opera
Anche questo progetto di partecipazione al Concorso indetto dal Comune di Busto Arsizio per la costruzione di edifici scolastici (un liceo ginnasio e una scuola professionale nell’area occupata da uno stabilimento industriale), che vinse il primo premio, venne redatto da Terragni insieme agli ingegneri Mosca e Prandina (Zevi, 111; Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 443).
L’edificio così come appare dai disegni, è di notevole dimensioni e si articola in diversi blocchi funzionali con rapporti gerarchici definiti. Il prospetto è rigido e severo, monumentale, talvolta mitigato da aggetti curvi che corrispondono ad aule gradonate della scuola professionale, dal disegno del rivestimento murario (che alleggerisce la schematicità funzionale) e dai tagli delle finestre (Fosso, Mantero, 113; Marcianò, 134).
Zevi afferma che Terragni, nella relazione progettuale “giustifica funzionalmente ogni scelta progettuale, dall’altezza dei davanzali delle finestre di gronda, dal possibile ampliamento del numero delle aule agli spazi per lo sport all’aperto, vicini alle palestre, dagli sbalzi alla circolazione interna degli allievi” (Zevi, 111; Marcianò, 134).
Il progetto però non verrà mai realizzato anche se venne giudicato dalla giuria apprezzabile per la “razionale distribuzione dei locali e la perfetta rispondenza alle necessità scolastiche”. Fontana, uno dei rappresentanti della giuria fece notare che il volume costruito era minore rispetto a quello richiesto e il costo superava di molto il tetto massimo stabilito, così che altri gruppi richiesero l’annullamento del verdetto. L’amministrazione di Busto confermò la classifica dei vincitori stabilita ma dette l’incarico all’Ufficio Tecnico di Busto con un architetto del secondo gruppo classificato, Clausetti, suscitando reazioni avversa da parte del gruppo di Terragni (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 444).
Scrive la Marcianò: “Coerente, flessibile, preordinato per futuri ampliamenti, didatticamente ineccepibile, il progetto prescelto […] resta sulla carta. Un’altra buona architettura persa per l’Italia” (Marcianò, 134).
“Nell’aprile 1937 Terragni scrisse sulle pagine di ‘Rassegna di Architettura’ un amaro ironico sfogo, dal titolo Parliamo un po’ male di… Garibaldi contro ‘Guastafeste’, cioè gli uffici tecnici che travalicano i propri compiti di controllo per ‘gareggiare, anche nel campo delle idee’ con gli artisti e i professionisti, producendo solo ‘doppioni di progetti che non avranno mai la generosa bellezza dell’Architettura sentita e concepita d’istinto’. Il caso a cui egli si riferiva era il concorso per il palazzo di Igiene sociale di Corno, ma certo si può leggere in queste parole un riferimento indiretto allo sfortunato esito dei progetto per le scuole di Busto Arsizio” (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 444).
Scritto redatto sulla base di:
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
FOSSO, Mario, MANTERO, Enrico, Giuseppe Terragni 1904-1943, Como: Cesare Nani, 1982
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980