Opera
Il progetto della Casa Famiglia per la Famiglia Cristiana di Cattaneo venne presentato e pubblicato insieme ad altri progetti di case ideali elaborati anche da altri illustri architetti, su richiesta della rivista Domus (Fiocchetto, 143).
“Questa rassegna di case ideali aveva visto protagonisti prima di lui Peressutti, Banfi, Belgioioso, Zanuso, De Luca, Aloisio, Diotallevi, Marescotti e Cocchia: tutti chiamati a ‘raccontare con intima confidenza, l’ideale progetto di una loro casa di sogno’ dando vita a quello che nell’editoriale che inaugura la presentazione viene definito lo strano racconto della casa ideale ” in un periodo difficile, in cui la guerra aveva tolto ogni speranza (Archivio Cattaneo, sito online; Selvafolta, 10, 29, 105).
La proposta di progetto di Cattaneo chiudeva l’annata della rivista del 1942, ponendosi come progetto in grado di mettere in discussione il concetto di abitazione, rivalutando il ruolo spirituale e genetico della famiglia nella società (Selvafolta, 105).
“Prioritaria per Cattaneo è la ricerca di una sintesi che diventi l’espressione di una più generale unità spirituale, dove l’idea dell’unità è quella di Dio, verso il quale confluiscono i numeri, la cultura, la filosofia, la religione, trascendendo la pratica dell’architettura coeva di fornire risposte funzionali inquadrate in una più o meno rigorosa ricerca plastica applicata alle proporzioni algebriche teorizzate da Matila Ghika e da Carlo Belli; proprio in questo senso, appunto di superamento (non di antitesi) di coordinate unicamente dimensionali e funzionali, deve intendersi quella peculiarità oltre il razionalismo che è stata poi accreditata all’architetto comasco” Cattaneo D., La casa-famiglia per la famiglia cristiana di Cesare Cattaneo, in Communio, 2004 (Archivio Cattaneo, sito online).
La particolarità del progetto intrapreso da Cattaneo, forse il più ambizioso della sua attività professionale, consiste nel voler tradurre architettonicamente, in una casa d’abitazione, i presupposti della vita di una “famiglia cristiana”. “Se la famiglia è il principio della società, allora la casa ideale è la chiesa della famiglia, chiesa domestica” (Archivio Cattaneo, sito online).
Il progetto si presenta in quattro soluzioni alternative, a seconda delle classi sociali di appartenenza della famiglia, con un programma nel tempo e nello spazio.
“Il programma nel tempo si basa sul concetto di fondo che una vera famiglia debba caratterizzarsi in una adeguata discendenza e che di generazione in generazione uno degli eredi subentri al fondatore abitando la sua casa. Pertanto la durata dei manufatti della casa dipende dalla loro funzione e dalla possibilità di consentire alla casa di mutare negli anni. Unica parte dell’edificio che deve rimanere immutata è la sala della famiglia, il fulcro di tutta l’abitazione, un luogo con caratteristiche molto vicine al sacro, dove raccogliere il patrimonio genetico dei suoi abitanti. Caratteri comuni alle quattro ipotesi progettuali sono l’articolazione centripeta dell’organismo edilizio, la crescita della casa con l’aumentare dei componenti della famiglia, la sala della famiglia, il muro di cinta, la pietra d’ingresso, la ricerca puntigliosa di una sobrietà quasi assoluta e il carattere essenziale degli spazi individuali” (Archivio Cattaneo, sito online; Selvafolta, 31, 110-114).
“La zona” che Cattaneo immagina per la collocazione della sua casa ideale “è sita alla periferia della città. Qui egli circoscrive con un muro di cinta un terreno quadrangolare, la cui proprietà è inalienabile. Entro il recinto, nel quale si penetra varcando un ingresso segnato da una pietra, recante il nome della famiglia e l’anno di fondazione, il fulcro dell’organismo è la costruzione destinata alla vita spirituale degli abitanti. Essa marca l’asse centrale, sul quale sono ubicati in senso longitudinale la cucina, la sala da pranzo, lo studio e la camera matrimoniale. A fianco di quest’ultima si articolano le camere dei figli, espandendosi progressivamente a destra o a sinistra a seconda del sesso: ‘Quando nasce il primo figlio, gli si costruisce accanto a quella dei genitori la camera, che dopo il periodo passato nella culla viene occupata. Dopo la nascita di un secondo figlio dello stesso sesso, questi passa nella camera, del primo figlio, e per quest’ultimo si costruisce un’altra camera: e così di seguito, in modo che le camere più lontane dai genitori sono quelle dei figli maggiori, cioè di quelli che prima degli altri diventano uomini e indipendenti nelle idee e che per i primi si distaccano dalla famiglia col loro matrimonio’. […] Le uniche parti immutabili sono il muro di cinta, la pietra d’ingresso e la ‘sala della famiglia’, tutti gli altri elementi sono ‘non duraturi’ ” (Fiocchetto, 143).
Scritto redatto sulla base di:
www.cesarecattaneo.it
CATTANEO, Damiano, La casa-famiglia per la famiglia cristiana di Cesare Cattaneo, in Communio, 196-197 (luglio – ottobre 2004): 113-121
FIOCCHETTO, R., Cesare Cattaneo 1912 – 1943. La seconda generazione del razionalismo, Roma: Officina Edizioni, 1987
SELVAFOLTA, Ornella, CATTANEO, Damiano, Cesare Cattaneo. Le prefigurazioni plastiche, Como, 1989