MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

MONUMENTO FUNEBRE SURDO

Pietro Lingeri

Opera

Il Monumento – tomba funebre Surdo, una delle ultime opere realizzate da Pietro Lingeri nel 1968, è situato nel Cimitero di Mezzegra, a Como, sul fronte ovest della chiesa romanica di Sant’Abbondio.
“La chiesa è canonicamente orientata in senso Est-Ovest – e perciò indifferente alla “vista-lago” – in attuazione delle prescrizioni tipologiche comuni alle chiese del romanico. Il sagrato-cemeterium recintato è stato parzialmente occupato dalla mastodontica parrocchiale controriformistica, scenograficamente orientata Nord-Sud, e pertanto disposta perpendicolarmente alla sponda del lago. L’asse funzionale recinto-porta-atrio-scala costruisce la sequenza rituale di accesso al cimitero, posto ad una quota diversa da quella delle due chiese. Dalla piazza, per accedere al recinto cimiteriale, posto alla quota superiore, si deve passare attraverso un portale che conduce all’interno di un atrio coperto, dal quale si diparte la scala scoperta che unisce i due ‘sagrati’. L’antico cimitero giace su un piano inclinato delimitato da edicole funerarie addossate al recinto e dominato, a Nord, dal monte di Tremezzo […]. Percorrendo il viale centrale del recinto-temenos si entra nel nuovo cimitero, posto a una quota di poco superiore e in continuità con i tracciati preesistenti. Sul fondo si trova la tholos della famiglia Surdo” (Novati, Pezzola, 91).
La tomba, posta al limite Nord del cimitero, è composta da una serie di elementi che la caratterizzano dal punto di vista formale: la scala (dromos), il vano circolare (tholos) e le tombe (camera funeraria). Una sala centrale a pianta quadrata ipogea (cui è addossato il corpo di fabbrica contenente i loculi), è posta nella parte inferiore e illuminata da quattro monofore orientate secondo gli assi cardinali, ricavate nel rocchio – tamburo.
“Alla cappella si discende attraverso una stretta scala all’inizio della quale, incisa nella pietra, si legge la firma di Pietro Lingeri. La cappella, la cui struttura portante è in cemento armato […] è concepita come una sorta di ‘moderno mausoleo’: la tipologia prescelta è simbolicamente quella della pianta centrale, qui adottata in realtà con qualche ‘anomalia’, come l’ingresso e l’altare collocati in posizione angolare. Tre coppie di colonne sostengono l’alta trabeazione mentre sul lato di raccordo con il volume dei loculi si trovano due colonne poste in asse coni setti portanti di divisione delle sepolture. I materiali scelti per l’interno sono […] il ghiandone e il serizzo Valmasino bocciardato” (Baglione, Susani, 363).
“Quando si esce dalla sala tonda, per tornare al piano terra, si utilizza il dispositivo inverso del percorso di accesso. Le lastre dei gradini della scala, soverchiata dalla lapide di famiglia, sono prive di alzate e incastrate nei setti laterali: così si può leggere e misurare tutta la dimensione della ‘cripta’ interrata. In questa complessa circolarità è rintracciabile il Danteum , progettato nel 1938 da Lingeri e Terragni” (Novati, Pezzola, 93).
Esternamente sono leggibili solo il basamento, il tamburo cilindrico con la copertura in ghiandone spuntato (che contiene la cupola non estradossata) e la copertura piana delle sepolture. Diversi sono i riferimenti all’architettura classica, richiamati sia nelle colonne, il cui fusto, slanciato e rastremato, poggia sui basamenti, sia negli eleganti capitelli, disegnati al vero (Baglione, Susani, 363).

Scritto redatto sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
NOVATI, Alberto, PEZZOLA, Aurelio, Il mutevole permanere dell’antico: Giuseppe Terragni e gli architetti del Razionalismo Comasco, con testi di TORRICELLI Angelo et al., cura dei testi e bibliografia MONTORFANO Giancarlo, prefazione di PONTIGGIA Elena, Boves: Araba Fenice, 2012

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