Opera
Tra il 1960 e il 1962, dopo non pochi confronti con la commissione incaricata di vagliare il progetto per la sistemazione del monumento ai Caduti di Lissone, Lingeri presenta una proposta e una relazione tecnico – descrittiva, in cui spiega perché abbia posizionato il Monumento ad Caduti all’interno della ex Casa del Fascio, progettata da Giuseppe Terragni e Antonio Carminati poco più di vent’anni prima.
“L’idea nasce dall’ormai impellente necessità di ‘conservazione con adeguata nuova destinazione’ dell’edificio, che fa propendere verso la scelta del ‘ripristino e completamento dei manufatti esistenti’ […] Il carattere monumentale della piazza verrebbe così preservato e valorizzato dalla nuova presenza. Nel progetto di Terragni e Carminati il dialogo tra l’edificio e la piazza era affidato alla trasparenza del corpo degli uffici, al quale la solida torre littoria era collegata tramite un passaggio che, verso la piazza, presentava una parete cieca. Ripensando il rapporto con la città, Lingeri propone l’abbattimento della parete cieca e, di conseguenza, la possibilità di accedere al sacrario, contenuto nella torre, direttamente dalla piazza. l problemi di dislivello sarebbero stati risolti con pochi gradini in beola argentea. Da questa sorta di atrio l’interno del sacrario sarebbe stato visibile anche durante la chiusura, attraverso un’ampia vetrata. Nell’atrio, in posizione decentrata, doveva essere collocato l’altorilievo bronzeo in memoria dei caduti, retto da montanti in acciaio. Il progetto non fu realizzato e l’altorilievo ha trovato posto sulla parete che collega la torre al blocco degli uffici” (Baglione, Susani, 359).
Scritto redatto interamente sulla base di:
BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004