Opera
Nel 1948 Lingeri realizza al Cimitero Maggiore di Musocco, in provincia di Milano, un’edicola funeraria per la famiglia Levi. Il tema sacro del passaggio dalla vita alla morte, rappresentato simbolicamente dal passaggio dall’esterno all’interno dell’edicola, era stato precedentemente affrontato da altri architetti razionalisti come Giuseppe Terragni e Cesare Cattaneo.
L’edicola è caratterizzata formalmente dai forti contrasti di luce – ombra, di trasparenza – opacità e di leggerezza – solidità.
“Sì tratta di un guscio in pietra di Moltrasio, a pianta rettangolare, contenente i loculi disposti in senso longitudinale. Alla ‘scatola architettonica’ si accede da un ingresso fortemente decentrato. Il prospetto principale presenta la caratteristica di avere un secondo muro esterno parallelo a quello perimetrale. L’idea del doppio muro era già stata proposta da Giuseppe Terragni nella prima versione del progetto per la tomba Mambretti. Le due concezioni progettuali sono però molto diverse: i due muri pensati da Terragni sono uniti e la tomba […] si presenta come una massiccia composizione di volumi molto compatti. La soluzione di Lingeri, invece, prevede due pareti poco distanti così da originare un’ombra capace di tagliare nettamente la superficie muraria. Inoltre, il volume è attraversabile con lo sguardo: la copertura in vetro e le due pareti in cristallo consentono alla luce di invadere il sacello, mentre le sculture bronzee di Gigi Supino fungono da filtro tra interno ed esterno” (Baglione, Susani, 318).
Scritto redatto interamente sulla base di:
BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004