Opera
Nel 1936, a sei anni dalla realizzazione dell’Edicola Funeraria per la famiglia Stecchini, Terragni viene incaricato di risistemare l’abitazione del figlio, Mario Stecchini, villa urbana di inizio secolo, in via G. Ferrari 13 a Como.
L’intervento è mirato alla modernizzazione degli impianti, dei servizi e dei collegamenti verticali, nonché alla realizzazione degli arredi di cui abbiamo qualche disegno a testimonianza (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 500).
Lo studio di ogni dettaglio per Terragni è fondamentale: in ogni disegno che egli elabora per i suoi progetti, sia come architetto che come designer, emerge la volontà del controllo assoluto sulle relazioni spaziali degli oggetti, visualizzati nella loro articolazione complessiva.
Il progetto appare come esempio dell’attività volta a modernizzare gli interni secondo la tendenza dell’epoca borghese, tra signorilità, eleganza ma anche funzionalità e comfort.
La camera da letto della famiglia Stecchini, tripartita in base alla disposizione degli arredi in zona letto, guardaroba e toeletta, prevede il disegno, libero e fluido, degli armadi, delle scaffalature e del letto, in una soluzione “su misura”.
Il letto, posto sopra una pedana, si accorda alla sua testata che conduce ad una parete attrezzata; la toeletta per signora e il tavolo pieghevole da gioco con poltroncine su struttura asimmetrica attestano ancora l’originalità e l’attualità del progetto (Marcianò, 168).
Come ricordato nel libro Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943 (1987) di Ada Francesca Marcianò, Ico Parisi, architetto e design comasco, conosce Terragni visitando la Casa del Fascio. Terragni gli affida il compito di fotografare la Casa e i suoi arredi: da quel momento Ico entra a far parte, per circa tre anni, dello studio di Terragni, collaborando con lui sia per i disegni del Concorso di II grado per il palazzo del Littorio, sia per la cappella Mambretti, sia per l’elaborazione dei geometrici per la famiglia Stecchini.
Parisi afferma “Ricordo, tra gli altri, una toeletta per signora in legno di palma striata sagomata, con righine gialle e nere – un materiale costoso e di difficile reperimento – e, ancora, un’originale poltroncina tubolare metallico e pelliccia di scimmia. Di lui ho viva la splendida umanità e la gioia che metteva nel progettare” (Marcianò, 168).
Scritto redatto sulla base di:
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987