Opera
I progetti di arredamento della Casa del dottor Pedraglio e della Farmacia del dottor Pizzi, sono due dei pochissimi arredi progettati da Cesare Cattaneo tra il 1938 e 1939.
“Per l’amico e compagno di studi liceali Achille Pedraglio, continuatore dell’attività notarile del padre di Cattaneo, viene progettato un allestimento d’interni che, purtroppo, alcuni decenni dopo la sua realizzazione verrà distrutto. In un locale di 4,50 metri x 3,00 condizionato da porte e da una vasta finestra, Cattaneo studia un arredo caratterizzato da molti congegni che ne consentono la trasformazione e l’adattamento a diverse e molteplici funzioni. E’ un’anticipazione dei brillanti e geniali meccanismi che caratterizzeranno la Casa di Cernobbio: serramenti, tende, ecc…” (Archivio Cattaneo, sito online).
Dalla documentazione rimasta si evince come il progetto [di Casa Pedraglio] rispondesse al concetto, espresso nel libro Giovanni e Giuseppe, di pensare per gli interni a schemi generali: a ‘inquadrature fondamentali, a sane impalcature’ dove gli abitanti potessero agire con un margine di libertà assecondando i loro legittimi desideri. L’intervento dell’architetto avrebbe potuto esplicarsi nello ‘studio delle forme di alcuni oggetti principali… pensando ad un loro uso nel maggior numero prevedibile di combinazioni e bisogni’. A queste motivazioni si rifà la sedia dove un sistema di perni consente la rotazione in avanti di una parte dello schienale, trasformandola così in poltroncina con braccioli. Ma essa rivela anche la predilezione dell’architetto per i congegni e per le soluzioni costruttive che derivano da una sorta di ingegnosa meccanica elementare e che si esplicherà appieno nel corso dello stesso anno nella casa di Cernobbio” (Selvafolta, 102; Fiocchetto, 136).
Anche nel progetto di sistemazione della Casa Pedraglio si affronta il tema del colore, attraverso alcuni studi cromatici “dove quella stessa propensione all’incastro tridimensionale, che Cattaneo aveva manifestato nei suoi progetti giovanili, diveniva in un certo senso bidimensionale, trasponendosi in intarsi di parti colorate con rimandi diretti ad alcune opere di Radice giocate sull’incontro di superfici delimitate dalla costante intersezione di linee rette” (Selvafolta, 25).
“Nell’arredo della Casa Pedraglio, elaborato nel maggio del ’38, l’intelaiatura della lampada-fioriera a saliscendi, è il fulcro attorno a cui ruota l’organizzazione del piccolo ambiente. L’economia spaziale diviene un’aggettivazione creativa, come nella poltroncina trasformabile in sedia mediante un sistema di perni. Nello studio del dottor Pizzi, il design si fa quasi ingegneria, mirando al calcolo di una funzionale attrezzatura da lavoro, sezionata al suo interno e in ogni dettaglio. Nel tavolo – scrivania – contenitore, complementato da uno schedario, i diversi elementi sono ancorati ad un’unica struttura metallica che articola in modo sintetico gli scaffali girevoli e il piano inclinabile, ricomponendosi in un volume compatto” (Fiocchetto, 136).
Inoltre nella realizzazione del mobilio, a differenza di altri progettisti contemporanei che utilizzano tubolari metallici, gommapiuma, legno piegato, “Cattaneo privilegia la carpenteria naturale sui sintetici, con un approccio che richiama l’esegesi di Pagano della ‘casa senza mobili’, in cui i pezzi di arredo sono studiati come utensili in funzione del loro uso. Se nell’arredamento per il dott. Pizzi tale atteggiamento è letterale, e ne scaturisce l’idea del mobile-congegno, nella casa Pedraglio egli «scinde, ruotando con inquietudine, lo spazio di una stanza da letto con intelaiature e tende» (Aulenti), e coinvolgendo perciò nel concetto la fruizione dell’invaso. Il suo rapporto con il design, per necessità ma anche per scelta, resta tuttavia artigianale: pur espungendo a ogni tentazione decorativa, si avvicina di più alla logica «Arts and Craft» di William Morris che a quella del Bauhaus di Walter Gropius o all’implacabile industrialesimo di Le Corbusier. La «macchina per abitare» di Cattaneo è tenacemente personalizzata, nell’intero arco del processo intellettuale e materiale con cui il progettista la consegna all’utente” (Fiocchetto, 41).
Scritto redatto sulla base di:
FIOCCHETTO, R., Cesare Cattaneo 1912 – 1943. La seconda generazione del razionalismo, Roma: Officina Edizioni, 1987
SELVAFOLTA, Ornella, CATTANEO, Damiano, Cesare Cattaneo. Le prefigurazioni plastiche, Como, 1989
www.cesarecattaneo.it