MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

ANALISI URBANISTICA DI COMO PER IL IV CIAM DI ATENE

Giuseppe Terragni

Opera

Inizialmente il IV CIAM doveva tenersi a Mosca nel 1933 a seguito della decisione presa alla fine del III CIAM, svoltosi a Bruxelles nel 1930. Il tema affrontato nel 1930 prevedeva lo studio della lottizzazione razionale, mentre per il IV CIAM il tema che avrebbe caratterizzato gli incontri sarebbe stato rivolto allo studio della città funzionale. In seguito, solo all’ultimo momento nell’aprile del 1933, l’incontro venne fissato su una nave, diretta da Marsiglia ad Atene.
A rappresentare l’Italia furono invitati Piero Bottoni e Gino Pollini, che aveva il compito di presentare alcuni studi su città italiane, sul modello di altri studi precedentemente effettuati sulla città di Amsterdam. Nel dicembre del 1932 Bottoni e Pollini, tramite Lingeri e Cereghini, decidono di coinvolgere Terragni nello studio e redazione di tre tavole sulla città di Como.
Assieme alla città “turistica” di Como presentata da Terragni, il gruppo italiano presentava Genova, come città di mare (Luigi Vietti), Milano, come città industriale (Pietro Bottoni e Gino Pollini) e Roma, come città capitale (Gaetano Minnucci).
Al primo disinteresse a partecipare dimostrato da Terragni (poi mutato nell’interesse alla redazione del Piano Regolatore di Como successivo), fa seguito un lavoro di ricerca dei dati necessari per redigere l’analisi. I dati gli vengono forniti dall’Ufficio Tecnico del Comune e dall’Associazione fascista della proprietà edilizia.
Il 29 luglio del 1933 il gruppo italiano, composto da Bottoni, Pollini, Terragni e Bardi, in qualità di rappresentate del gruppo “Amici del CIAM”, è pronto a salpare da Marsiglia.
Dopo il primo giorno dedicato all’inaugurazione ufficiale, iniziarono i lavori veri e propri con le esposizioni dei casi dedicati a 30 città europee, tra cui cinque italiane, dove all’analisi dello stato di fatto seguivano le proposte progettuali: la prima tavola doveva sviluppare i contenuti legati alla localizzazione delle abitazioni, delle industrie e delle zone verdi, la seconda riguardava la circolazione e la terza tavola doveva indicare le zone di influenza della città sul territorio. Dalle analisi condotte, dovevano emergere i punti di sviluppo per “creare” una città funzionale.
Il terzo giorno Terragni, insieme a Le Corbusier che illustrava Parigi e Bottoni che illustrava Verona e Littoria, esponeva il lavoro svolto sulla città di Como (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 415-416).
“Nella prima delle tre tavole Terragni aveva disegnato le proposte di decentramento delle industrie nella zona di Camerlata e la localizzazione di nuovi quartieri residenziali nelle località di Ponte Chiasso, Monte Olimpino, Tavernola, Rebbio, Camerlata e Lora. Tutte queste idee ricompariranno nel progetto per il concorso per il piano regolatore del 1934. Nella tavola II la nuova strada sul torrente Cosia coperto (prevista già nel piano regolatore del 1919 di Luigi Catelli e Antonio Giussani), collegata con l’autostrada proveniente da Milano, aveva lo scopo di disimpegnare il centro storico dal traffico di transito verso la Svizzera. […] La tavola III riportava il flusso giornaliero di popolazione in arrivo a Corno dalle zone limitrofe, con l’indicazione delle principali strade di collegamento e la proposta di un nuovo tracciato stradale, molto più radicale rispetto alla strada sul Cosia, che all’altezza di Camerlata deviava verso Chiasso, liberando Como dal traffico commerciale verso la Svizzera. […] La nuova strada, così come appariva disegnata nella tavola II, raccoglieva il traffico non di transito proveniente da via Milano – il traffico proveniente dal capoluogo lombardo – e lo convogliava all’interno della città: essa aveva inizio a piazza Vittoria e giungeva fino a piazza Cavour, introducendo uno sventramento, per di più in diagonale, nel tessuto ortogonale della città. Non più un intervento mirato a ‘diradare’ il tessuto edilizio per migliorare la viabilità, come aveva proposto nel 1927, ma un deciso taglio ‘moderno’, che pretendeva di lasciare intatta, anche se solo a livello di facciata, la città antica. Un progetto di sventramento che per entità non era nuovo per Como: una strada lunga 704 metri, da piazza Vittoria a piazza Cavour, e larga 10 metri era stata infatti già disegnata da Luigi Catelli e Antonio Giussani nel 1910” (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 417).
Alla chiusura del IV CIAM venne redatta la Carta di Atene, documento che fissa ed enuncia, con non poche polemiche, i principi fondamentali della città contemporanea: se in un primo momento si chiedeva tra i vari punti di “regolare la disponibilità del suolo” in modo che i bisogni individuali fossero soddisfatti in maniera uguale a quelli collettivi, in un secondo momento l’idea viene ribaltata per enunciare che “gli interessi privati devono essere sottomessi agli interessi collettivi”, cosa che non si verificò nella redazione del Piano Regolatore per Como, dove gli interessi privati prevalsero su quelli collettivi per la creazione di uno Stato corporativo (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 418).

Scritto redatto interamente sulla base di:

CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996

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