Opera
La Società De Angeli Frua rappresenta uno dei grandi committenti di Lingeri. Nell’agosto del 1943 alcuni stabilimenti della De Angeli Frua erano stati bombardati a Milano e tra questi, lo stabilimento più grande, sede degli uffici, situato nella zona della Maddalena a Milano.
Poiché nell’area la normativa prevedeva che si potessero edificare esclusivamente abitazioni, la De Angeli Frua nel 1944 decide di ricostruire parte degli impianti per il finissaggio e la stamperia a Saronno, dove già erano presenti alcuni stabilimenti di proprietà, mentre i nuovi uffici trovarono sede a Milano in via Paleocapa 7, in zona Cadorna, vicino alle Ferrovie Nord che permettevano un buon collegamento con le sedi degli stabilimenti, in particolare con quella di Saronno.
L’area in esame era vincolata da una convenzione del 1892 che prevedeva un’edificazione a villini di tre piani e uno spazio a verde non inferiore ai tre quinti della superficie totale.
“Il 21 giugno 1946 il progetto per i nuovi uffici, ‘redatto dall’ufficio tecnico della Società Impresa Comense, sotto la guida dei suoi consulenti, architetto Pietro Lingeri, architetto Alessandro Tibaldi, ingegner Giuseppe Casalis’, è presentato alle autorità comunali per l’approvazione […]. L’Impresa Comense, con sedi a Como (via Rovelli 18) e a Milano (via Telesio 18), svolge, a quanto sembra, funzioni di ufficio tecnico per la De Angeli Frua. Il 16 maggio dell’anno precedente Lingeri aveva ricevuto dall’impresa un incarico di consulenza su ‘argomenti tecnici ed artistici’ che sarebbe stato rinnovato di sei mesi in sei mesi fino al 31 dicembre 1949 […].Stando ai ricordi del figlio Pier Carlo, Pietro è interpellato ‘quale consulente artistico della De Angeli Frua … per un giudizio su un progetto che lo studio tecnico sta approntando’. Non condividendolo, Lingeri ‘convince Carlo Frua a rifare un nuovo progetto, promettendogli un edificio plurifunzionale, tutto aperto sulla magnifica vista del parco, con pilastrini di interasse modulare per la manovra di pareti mobili’ […]” (Baglione, Susani, 308).
Il progetto del 1946 prevedeva un fabbricato di nove piani destinato ad uffici (planimetricamente gli spazi erano distribuiti da corridoi che circondavano un blocco centrale di servizi e cavedi interni), un volume di cinque piani su via Paleocapa e un terzo volume, ad un solo piano, separato da quello più alto da un cavedio ribassato a livello del primo sotterraneo. L’ingresso principale, per la sede degli uffici aperta al pubblico, affacciava su via Paleocapa.
A livello tecnico – costruttivo “La struttura è formata da una serie di pilastri in cemento armato, rivestiti in granito levigato, che corrono liberi all’esterno delle finestre. Le solette si interrompono a filo delle vetrate, assottigliandosi, cosicché nessun elemento orizzontale interrompe all’esterno lo slancio di quelli verticali. Di sezione ridotta, in modo da assicurare la massima superficie illuminante, i pilastri hanno un passo molto serrato (1,55 metri), per garantire flessibilità all’interno. L’ufficio di minor estensione corrisponde infatti a due moduli. La struttura assume anche funzione di schermo frangisole […]” (Baglione, Susani, 308-310).
Il progetto così formulato non si accordava con le restrizione imposte sull’area dalle normative e pertanto la Società immobiliare presenta al Comune, una richiesta di deroga in cambio di un compenso commisurato al vantaggio che se ne trarrebbe. Dopo varie traversie che vedono l’avvio del cantiere e la sua successiva sospensione a causa della violazione dei vincoli imposti, il 4 dicembre 1962 il progetto definivo viene presentato in Comune, con l’indicazione di Giuseppe Casalis come progettista e direttore dei lavori.
“La licenza edilizia è rilasciata il 16 ottobre 1963 […]. Nel corso del 1964 vengono definiti i progetti esecutivi e i dettagli costruttivi, relativamente ai quali esiste nell’archivio Lingeri copiosa documentazione. Il corpo edilizio di nove piani è completato, mentre sono eliminati il blocco di cinque piani su via Paleocapa, di cui resta una ‘traccia’ in facciata, e il corpo a un piano. L’ingresso è risolto con una pensilina. È inserita inoltre una scala circolare a prova di fumo. Nel 1965, quando finalmente la nuova sede entra in funzione, la De Angeli Frua sta vivendo ormai una crisi irreversibile: già nel 1955 era stato chiuso lo stabilimento di Legnano e nel 1958 quello di Roè. Nel 1960 l’industria occupava ormai complessivamente solo 3500 addetti. Di lì a pochi anni, nel 1968, i suoi impianti sarebbero passati alla Cantoni […]”(Baglione, Susani, 310).
Scritto redatto interamente sulla base di:
BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004